Dall’Europa all’Umbria 400 milioni per terremoto e pandemia: «Ecco come ne abbiamo beneficiato»

di Anna Fornaciari

Il programma Por Fesr 2014-2020 giunto alla conclusione. Il responsabile regionale Claudio Tiriduzzi: «Obiettivi del prossimo programma innovazione e sviluppo verde»

Il Programma Operativo Regionale 2014-2020 del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale ha da poco terminato i sette anni di programmazione, durante i quali ha dovuto far fronte ai danni arrecati dal terremoto del 2016 e dalla pandemia da Covid-19. Quanto menzionato ha comportato una riprogrammazione finanziaria che da 356.293.204 euro assegnati inizialmente alla Regione Umbria è passata ad un totale di 412.293.204 euro ed una rimodulazione degli obiettivi da inserire nel prossimo POR 2021-2027 per il rilancio economico regionale post-pandemico. Ne abbiamo parlato con responsabile regionale Claudio Tiriduzzi.

Cosa sono i POR FESR? Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale corrisponde a risorse economiche che l’Unione Europea destina ai 27 Stati Membri per finanziare politiche di sviluppo nei settori extra-agricoli. Tali fondi vengono gestiti, guardando all’esperienza italiana, o a livello nazionale con Programmi Operativi Nazionali (PON), o a livello regionale con i Programmi Operativi Regionali (POR). I fondi FESR sono integrati con un cofinanziamento nazionale e regionale. «Per quel che riguarda la Regione Umbria, questa mette a disposizione il 15% del totale dei fondi – chiarisce Tiriduzzi –. In Umbria, come in molte altre regioni italiane ed europee, in questo momento stiamo gestendo il Fondo 2014-2020 che terminerà nel 2023 dal punto di vista della spesa, poiché quest’ultima per essere rendicontabile alla Commissione, dunque ammissibile, deve essere sostenuta entro il 31.12 del 2023. Inoltre, stiamo preparando il nuovo Programma Operativo Regionale umbro per il periodo 2021-2027 che dovrebbe prendere il via entro la fine dell’anno».

Il POR umbro nello specifico «Il Programma Operativo Regionale umbro 2014-2020 – prosegue il responsabile regionale – ha avuto come fine una serie di azioni incisive e d’impatto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Tali obiettivi sono stati perseguiti attraverso l’individuazione di otto assi prioritari verso i quali sono stati indirizzati i fondi: ricerca e innovazione, crescita digitale, competitività delle piccole e medie imprese, energia sostenibile, ambiente e cultura, sviluppo urbano sostenibile, assistenza tecnica, e prevenzione sismica. Proprio quest’ultimo asse è divenuto di fondamentale importanza successivamente al sisma del 2016, a seguito del quale i fondi POR FESR sono stati aumentati di 56 milioni di euro. Per quanto riguarda invece il livello di attuazione del Programma Operativo Regionale 2014-2020 siamo arrivati nel Dicembre 2020 al 47% di fondi impegnati con progetti in essere e al 36% di progetti finiti e rendicontati – spiega Tiriduzzi -. Siamo in media con le altre regioni italiane sebbene ci sia un leggero ritardo, che però non preoccupa particolarmente poiché abbiamo tempo fino al 2023. È da tenere presente che il periodo iniziale risente della lentezza procedurale e burocratica per la selezione dei progetti, poi alla fine c’è uno “scatto”, grazie al quale l’Umbria è sempre rientrata nei tempi senza mai perdere fondi europei».

Pandemia nel POR 2021-2027? Relativamente all’emergenza pandemica, Tiriduzzi chiarisce come «nel corso del 2020 abbiamo eseguito una riprogrammazione del POR FESR a favore di interventi di ripresa post-pandemica, destinando 46 milioni di euro a misure di recupero. Questa manovra è però stata fatta in estate, quando sembrava che la seconda ondata fosse ancora lontana, ragion per cui vi sarà sicuramente una nuova programmazione. In dettaglio, i 46 milioni prima citati sono stati assegnati a provvedimenti per il sostegno del capitale circolante delle imprese (25 milioni) e ad interventi per il settore del turismo. L’idea iniziale era che il POR FESR 2014-2020 avrebbe dovuto contrastare gli effetti immediati della pandemia da Covid-19, mentre il 2021-2027 avrebbe dovuto dare rilancio all’economia umbra. In realtà, non essendo ancora fuori pericolo, molto probabilmente alcuni degli interventi del nuovo POR FESR saranno sempre indirizzati al contrasto degli effetti immediati della pandemia. In ogni caso, seguendo le indicazioni europee, il 70% delle risorse del nuovo POR saranno destinate a due obiettivi principali. Il primo, a cui riserveremo il 40% della dotazione, è quello di ricerca e innovazione per aumentare il livello innovativo delle imprese umbre. Il secondo obiettivo è uno sviluppo economico verde e sostenibile, a cui sarà destinato il 30% delle risorse. Senza dubbio, una somma ingente di fondi sarà infine rivolta alla salvaguardia della lotta contro la pandemia».

POR FESR, università ed istituti di ricerca. «Nell’ambito del primo obiettivo di ricerca ed innovazione, il ruolo delle università è e sarà fondamentale – afferma Tiriduzzi – Soprattutto nella creazione di partenariati pubblico-privati per stimolare l’attività di ricerca nelle imprese e l’innovazione tecnologica. Specificatamente, in accordo con le imprese umbre, tutti i centri di ricerca potranno beneficiare di finanziamenti per la ricerca industriale o applicata, che abbia effetti diretti sul sistema imprenditoriale e che ne incrementi il know-how», conclude Tiriduzzi.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 15 marzo 2021 su Umbria24.it