Quasi un milione e mezzo del Fondo sociale europeo investito per i minori perugini

di Sara Calini

Il Comune di Perugia, come capofila della Zona Sociale 2, promuove il benessere minorile con diversi progetti finanziati dall’Unione Europea

Un investimento sociale. Per avvicinarsi al completo inserimento di ciascun individuo in società, l’UE impone, per la prima volta, un vincolo di utilizzo del 20%, del Fondo Sociale Europeo, da investire nell’Asse II. L’Umbria ha scelto di distinguersi da altre regioni, non utilizzando le risorse finanziarie per interventi preesistenti di politica del lavoro, ma destinando più del 23% ad un serie di nuovi servizi sociali attivi per l’area dell’infanzia e dell’adolescenza. Tra questi, un servizio di assistenza domiciliare ai minori. «Da vari anni – si legge nel progetto – si assiste ad un aumento significativo di fenomeni di frammentazione sociale sul tutto il territorio, in cui si rileva una forte conflittualità tra le generazioni. In tale contesto è necessario intervenire potenziando i servizi di sostegno alla famiglia con minori e promuovendo lo sviluppo di reti sociali di solidarietà». Secondo quanto dichiarato nelle schede di intervento regionali, è in questa ottica che agiscono i membri della Struttura “Servizio Programmazione della rete dei servizi sociali ed integrazione socio-sanitaria” umbri.

Perugia capofila Il Comune di Perugia, secondo criteri socio-demografici stabiliti a livello regionale, ha ottenuto una ingente parte di questi Fondi strutturali, con i quali ha finanziato il programma. In quanto Capofila, ha infatti il ruolo amministrativo delle risorse per la Zona Sociale 2, una delle 12 totali in cui è stato suddiviso il territorio umbro, per i Comuni di Perugia, Corciano e Torgiano. Al 2018 erano stati spesi 364.167,55 euro, pari al solo 28,57% dello stanziamento totale. Ciò a causa di alcuni inevitabili rallentamenti, dapprima dovuti ad un riassetto della struttura amministrativa regionale, e successivamente a causa della pandemia.

Aiuti concreti Le attività socio-educative e ricreative sono volte a contrastare differenti categorie di rischio per il minore e, in questo senso, coinvolgono anche le famiglie. Sono tre le principali linee di intervento. Innanzitutto, i laboratori per bambini, a domicilio e in sale apposite, organizzati in gruppi della stessa età, per nuclei con temporanee situazioni di fragilità. Poi le attività sportive, culturali e ludiche, svolte in forma singola o in piccoli gruppi, che rappresentano “Bisogni Educativi Speciali”. E, infine, laboratori articolati in gruppi di confronto e approfondimento su tematiche educative tra genitori con diverse competenze e culture. Tutti i servizi sono gestiti da personale esperto nelle relazioni socio-educative e nel sostegno delle figure genitoriali. Queste attività non si sono bloccate neanche durante la pandemia, poiché sono state prontamente rielaborate in moduli di piccoli gruppi controllati o con l’assistenza a distanza, ove possibile. L’accesso a questi servizi avviene attraverso l’invio di una segnalazione da parte dei Servizi Sociali del Comune Capofila che, dopo una verifica dei requisiti, autorizzano l’erogazione dell’intervento.

Per ulteriori informazioni in relazione al “Fondo Sociale Europeo 2014-20” per l’Umbria è possibile consultare il sito della Regione al link: https://www.regione.umbria.it/fse

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea e pubblicato in data 15 marzo 2021 su Umbria24.it