Next Generation Eu, con 25 milioni l’Università ridisegna la sua presenza a Perugia

Le proposte dell’Ateneo prefigurano una nuova presenza degli otto poli nel contesto urbano nel segno della bellezza

di Marika Micoli

Ridisegnare nel segno della “bellezza” la presenza dell’Ateneo all’interno della sua Perugia: questo uno degli obiettivi delle proposte elaborate dall’Università nell’ambito del Next Generation EU, di concerto con l’Amministrazione comunale e i comuni del lago Trasimeno: infatti «la bellezza, in ogni ambito disciplinare e a tutti i livelli – sottolinea Paolo Belardi, ordinario di Composizione architettonica e urbana del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale e Delegato del Rettore al Patrimonio – è e rimane il primo crisma della sostenibilità».

Recovery fund Il Next Generation Eu, lo strumento di finanziamento individuato dalla Unione per ridare energia ad un’Europa segnata dai danni economici e sociali causati dalla pandemia da Covid-19, è destinato prioritariamente a dare vita ad un’Europa più verde, digitale e pronta alla sfide del futuro. Per il territorio perugino si tratta di un’opportunità da sfruttare per ri-progettare molte delle sue aree. Fra i soggetti che intendono contribuire a questa rinascita anche l’Università degli Studi di Perugia, attualmente collocata in otto poli del territorio comunale. Uno di questi è quello nel centro storico, dove insistono i Dipartimenti di Lettere – lingue, letteratura e civiltà antiche e moderne e di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione”: tale polo centrale è il protagonista di un progetto che prevede un investimento di quasi 25 milioni di euro.

Visione “La visione dell’Università degli Studi di Perugia – spiega Belardi – è sintetizzata dallo slogan con cui, di concerto con il Comune di Perugia, abbiamo voluto veicolare il progetto Next Generation EU ‘il futuro è nella nostra mano’. Questo perché, cos̀ì come annotato con acutezza alla metà del Quattrocento da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria, quando paragona le strade di Perugia alle dita di una mano, la forma urbis della nostra città è modellata quasi organicamente dalla morfologia del suolo su cui sono poggiati i suoi monumenti. La nostra idea è tutta qui: concentrare all’interno della città storica le attività umanistiche, contribuendo a rilanciarla con funzioni compatibili con la vita cittadina. Ma anche capaci di garantire una forte presenza studentesca, e irradiare la città nuova con una serie di poli scientifici, contribuendo a rilanciare gli intorni dei diversi poli nel segno dell’innovazione tecnologica. Nella città storica, oltre agli obiettivi di sicurezza antisismica, di accessibilità̀ diffusa e di efficientamento energetico, saranno perseguiti anche gli obiettivi del decoro urbano e dell’inclusione sociale sia mediante il restauro delle facciate sia mediante la realizzazione di nuovi spazi a misura d’uomo.

Criticità Naturalmente un simile progetto si è confrontato e ha dovuto risolvere alcune criticità. «La principale criticità era proprio l’assenza di uno slancio verso un futuro lontano – prosegue Belardi – ovvero l’assenza di una visione da qui ad almeno trent’anni. Da qui le ragioni per cui, insieme alla Ripartizione tecnica, stiamo lavorando alla progettazione dei piani di comparto degli otto poli in cui sarà articolata l’Università degli Studi di Perugia all’interno della città. Tre interni alla città storica (Rettorato, Conca, Morlacchi), uno a cavallo tra città storica e città nuova (Agraria-Veterinaria) e quattro disseminati nella città nuova. Un’altra criticità era la mancanza di un’adeguata attenzione per la sostenibilità ambientale. Tra i principali obiettivi del Piano di comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia 2020-2022 c’è proprio la costruzione di una chiara identità dell’Ateneo quale soggetto attento all’Ambiente e alle problematiche della sostenibilità, il nostro contributo al progetto Next Generation è volto a non consumare suolo, a non consumare storia e, soprattutto, a non consumare bellezza».

Progetti Fra gli interventi maggiormente innovativi proposti dall’Ateneo, il Delegato rettorale Belardi segnala la realizzazione di «una vera e propria piazza pedonale davanti all’ex Facoltà di Economia e Commercio, aprendola su via Pascoli e migliorando i collegamenti pedonali trasversali sia verso i giardini del Rettorato sia verso l’area di San Francesco al Prato», e di «una grande biblioteca universitaria, permeabile ai percorsi cittadini e aperta per ventiquattro ore al giorno, nell’ex Comando Militare di Zona di piazza Ferri. Ma mi riferisco anche e soprattutto – conclude Belardi – all’idea di creare, in sinergia con l’Amministrazione comunale di Perugia, un grande distretto culturale nell’area di corso Cavour, che potrebbe essere pedonalizzata e che potrebbe acquisire una caratterizzazione specifica, di grande rilievo sociale ed economico. Pensiamo a un vero e proprio museo in forma di città: non a caso, chiudendo il cerchio del mio ragionamento, Leon Battista Alberti, sempre nel De re aedificatoria, ha raccomandato di progettare gli edifici come città e le città come edifici».

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 6 maggio 2021 su Umbria24.it