A Monteluce il campus scientifico del futuro con i soldi del Next Generation Eu

A Monteluce il campus scientifico del futuro con i soldi del Next Generation Eu

Un progetto da circa 80 milioni di euro, di cui 19 già finanziati, per far rinascere il Polo di via del Giochetto

di Carmine Iorio

Il progetto di ammodernamento e rifunzionalizzazione predisposto dall’Università degli Studi di Perugia e proposto per il finanziamento del Next Generation EU nasce dall’esigenza di ridare un nuovo volto al Polo accademico di via del Giochetto, ora parzialmente dismesso e forse anche trascurato. «Il progetto di cui anche il nuovo aulario fa parte nasce dall’esigenza di decongestionare e razionalizzare alcune strutture dell’Ateneo – spiega l’ingegnere Fabio Piscini, Dirigente della Ripartizione Tecnica dell’Ateneo – così da farne un punto nevralgico nell’assetto universitario del perugino. Nella zona dell’ex-ospedale, infatti, nascerà un campus universitario scientifico, un vero e proprio polo bio-tecnologico, con il trasferimento del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche e il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologia».

Il progetto Il progetto proposto per il finanziamento Next Generation EU è stato sviluppato tenendo in considerazione le esigenza dei lavoratori, oltre 250 «tra docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e dottorandi e considerando anche la presenza di circa 4000 studenti». Si prevede di realizzare, oltre ad un nuovo aulario, 50 laboratori di ricerca e didattici, laboratori per start up, una biblioteca, un centro congressi e una mensa: un servizio quest’ultimo di cui si sente da anni l’esigenza nella zona di via del Giochetto.

Non solo nuovo cemento In linea con le politiche sostenibili richieste dalle Nazioni Unite e dalla stessa Europa, il progetto prevede il recupero degli edifici esistenti ed anche quello di alcune aree verdi boschive con la creazione del ‘bosco del sapere’; grazie al quale si vuole sottolineare la vocazione alla sostenibilità dell’Ateneo e il rispetto dell’ambiente. Le nuove e limitate edificazioni saranno compensate con analoghe demolizioni. Si limiterà quindi l’aggiunta di nuovo cemento: «Quasi tutti gli edifici verranno ripristinati e valorizzati – precisa Piscini – in particolare quelli di grande pregio progettati dall’architetto Giuseppe Nicolosi, fra cui il Padiglione X per i laboratori chimico–tecnologici avanzati, l’Accademia anatomico chirurgica, gli ex Istituti biologici A, presso i quali verranno realizzati i servizi agli studenti, la mensa, 12 aule studenti e una ‘Science zone’».

La nuova mobilità «All’interno dell’area – conclude Fabio Piscini – ci si propone di allestire anche un nuovo parcheggio interrato su due piani per 168 posti auto con una piazza sovrastante e la stazione di capolinea di una linea tram/treno proveniente dal Parco S. Margherita». Un ampio e ambizioso progetto, quindi, che valorizza il Polo di via del Giochetto e delinea un nuovo concetto di Università fatto di ampi spazi, funzionali, innovativi, rispettosi delle persone e dell’ambiente di vita.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 6 maggio 2021

Next Generation Eu, con 25 milioni l’Università ridisegna la sua presenza a Perugia

Next Generation Eu, con 25 milioni l’Università ridisegna la sua presenza a Perugia

Le proposte dell’Ateneo prefigurano una nuova presenza degli otto poli nel contesto urbano nel segno della bellezza

di Marika Micoli

Ridisegnare nel segno della “bellezza” la presenza dell’Ateneo all’interno della sua Perugia: questo uno degli obiettivi delle proposte elaborate dall’Università nell’ambito del Next Generation EU, di concerto con l’Amministrazione comunale e i comuni del lago Trasimeno: infatti «la bellezza, in ogni ambito disciplinare e a tutti i livelli – sottolinea Paolo Belardi, ordinario di Composizione architettonica e urbana del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale e Delegato del Rettore al Patrimonio – è e rimane il primo crisma della sostenibilità».

Recovery fund Il Next Generation Eu, lo strumento di finanziamento individuato dalla Unione per ridare energia ad un’Europa segnata dai danni economici e sociali causati dalla pandemia da Covid-19, è destinato prioritariamente a dare vita ad un’Europa più verde, digitale e pronta alla sfide del futuro. Per il territorio perugino si tratta di un’opportunità da sfruttare per ri-progettare molte delle sue aree. Fra i soggetti che intendono contribuire a questa rinascita anche l’Università degli Studi di Perugia, attualmente collocata in otto poli del territorio comunale. Uno di questi è quello nel centro storico, dove insistono i Dipartimenti di Lettere – lingue, letteratura e civiltà antiche e moderne e di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione”: tale polo centrale è il protagonista di un progetto che prevede un investimento di quasi 25 milioni di euro.

Visione “La visione dell’Università degli Studi di Perugia – spiega Belardi – è sintetizzata dallo slogan con cui, di concerto con il Comune di Perugia, abbiamo voluto veicolare il progetto Next Generation EU ‘il futuro è nella nostra mano’. Questo perché, cos̀ì come annotato con acutezza alla metà del Quattrocento da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria, quando paragona le strade di Perugia alle dita di una mano, la forma urbis della nostra città è modellata quasi organicamente dalla morfologia del suolo su cui sono poggiati i suoi monumenti. La nostra idea è tutta qui: concentrare all’interno della città storica le attività umanistiche, contribuendo a rilanciarla con funzioni compatibili con la vita cittadina. Ma anche capaci di garantire una forte presenza studentesca, e irradiare la città nuova con una serie di poli scientifici, contribuendo a rilanciare gli intorni dei diversi poli nel segno dell’innovazione tecnologica. Nella città storica, oltre agli obiettivi di sicurezza antisismica, di accessibilità̀ diffusa e di efficientamento energetico, saranno perseguiti anche gli obiettivi del decoro urbano e dell’inclusione sociale sia mediante il restauro delle facciate sia mediante la realizzazione di nuovi spazi a misura d’uomo.

Criticità Naturalmente un simile progetto si è confrontato e ha dovuto risolvere alcune criticità. «La principale criticità era proprio l’assenza di uno slancio verso un futuro lontano – prosegue Belardi – ovvero l’assenza di una visione da qui ad almeno trent’anni. Da qui le ragioni per cui, insieme alla Ripartizione tecnica, stiamo lavorando alla progettazione dei piani di comparto degli otto poli in cui sarà articolata l’Università degli Studi di Perugia all’interno della città. Tre interni alla città storica (Rettorato, Conca, Morlacchi), uno a cavallo tra città storica e città nuova (Agraria-Veterinaria) e quattro disseminati nella città nuova. Un’altra criticità era la mancanza di un’adeguata attenzione per la sostenibilità ambientale. Tra i principali obiettivi del Piano di comunicazione dell’Università degli Studi di Perugia 2020-2022 c’è proprio la costruzione di una chiara identità dell’Ateneo quale soggetto attento all’Ambiente e alle problematiche della sostenibilità, il nostro contributo al progetto Next Generation è volto a non consumare suolo, a non consumare storia e, soprattutto, a non consumare bellezza».

Progetti Fra gli interventi maggiormente innovativi proposti dall’Ateneo, il Delegato rettorale Belardi segnala la realizzazione di «una vera e propria piazza pedonale davanti all’ex Facoltà di Economia e Commercio, aprendola su via Pascoli e migliorando i collegamenti pedonali trasversali sia verso i giardini del Rettorato sia verso l’area di San Francesco al Prato», e di «una grande biblioteca universitaria, permeabile ai percorsi cittadini e aperta per ventiquattro ore al giorno, nell’ex Comando Militare di Zona di piazza Ferri. Ma mi riferisco anche e soprattutto – conclude Belardi – all’idea di creare, in sinergia con l’Amministrazione comunale di Perugia, un grande distretto culturale nell’area di corso Cavour, che potrebbe essere pedonalizzata e che potrebbe acquisire una caratterizzazione specifica, di grande rilievo sociale ed economico. Pensiamo a un vero e proprio museo in forma di città: non a caso, chiudendo il cerchio del mio ragionamento, Leon Battista Alberti, sempre nel De re aedificatoria, ha raccomandato di progettare gli edifici come città e le città come edifici».

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 6 maggio 2021 su Umbria24.it

Hub Tavernelle, la nuova porta del Trasimeno Sud coi fondi provenienti dall’Ue

Hub Tavernelle, la nuova porta del Trasimeno Sud coi fondi provenienti dall’Ue

Sanità, canalizzazione e monitoraggio del territorio: le proposte del Comune di Panicale e dell’Unione dei Comuni dell’area lacustre per il Next Generation Eu

di Amin Gino Fabbrucci Barbagli

Da Perugia a Tavernelle, e da qui verso Panicale e le altre città del Trasimeno Sud, fino a raggiungere l’alta velocità di Chiusi. E’ questa la proposta per una nuova viabilità di cui il Comune di Panicale e l’Unione dei comuni del Trasimeno si sono fatti portatori nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento di finanziamento messo a disposizione dall’Unione Europea per riparare ai danni sia economici che sociali causati dalla recente pandemia di Sars-Cov-2.

Perugia-Tavernelle Il progetto per la realizzazione della nuova Perugia-Tavernelle comporterà la costruzione di un corridoio parallelo alla Pievaiola, dove i mezzi potranno viaggiare senza semafori e senza entrare in contatto con il traffico locale verso l’hub. Il servizio, chiamato BRT (acronimo di Bus Rapid Transit), prevede l’utilizzo di mezzi elettrici al fine di favorire anche la riduzione dell’impatto ambientale. Una volta raggiunto l’hub, sono previsti due collegamenti: uno da Tavernelle verso Panicale, Casalini per introdursi poi nell’anello del Trasimeno Sud, mentre un’altra linea si dirigerà verso Città della Pieve e Chiusi.

Isolamento «Un impatto rivoluzionario per il nostro territorio», sottolinea Giulio Cherubini, sindaco di Panicale e presidente della Giunta dell’Unione dei Comuni del Trasimeno. Il progetto va, infatti, a ridurre un isolamento che la zona sud del Trasimeno soffre da sempre, lontana com’è dalla linea ferroviaria e dalle superstrade che servono l’area nord. Tavernelle diventerà così il punto di passaggio «verso l’alta velocità di Chiusi ed il punto di snodo della mobilità comprensoriale» aggiunge il sindaco. Con una spesa di circa 41 milioni di euro, BRT aprirà le porte verso questa zona e verso tutto il territorio umbro, portando un beneficio sia per i residenti e sia per il turismo. Il tutto, in circa 30 mesi per la progettazione e 2 anni per la realizzazione.

Le proposte I territori del Trasimeno e Panicale sono coinvolti in altre proposte di progetti a valere sul Next Generation EU. Uno di questi è la canalizzazione dell’acqua che da Pietrafitta confluirà verso il lago, con enormi benefici per la salute nel bacino e di tutti settori ad esso collegati. E’ stato anche proposto il miglioramento del monitoraggio del territorio con l’introduzione di un moderno sistema sensoristico e altre tecnologie come i droni, con la creazione di un nuovo distretto del Trasimeno che coinvolgerà i comuni del territorio e l’Università degli Studi di Perugia, che oltre a potenziare i servizi già in essere, genererà anche nuove opportunità di lavoro. A Panicale, inoltre, dove sono presenti due strutture dedicate alla terza età, è stata proposta l’attivazione di un ambulatorio geriatrico da inserire nella più ampia Rete Geriatrica Distrettuale, e la costruzione di un centro diurno per persone affette da autismo, entrambi previsti entro il 2023.

Miglioramenti Il Next Generation Eu, quindi, potrà favorire importanti miglioramenti nell’intero territorio umbro: Panicale intende porsi al centro di questo processo di cambiamento, grazie all’hub che permetterà di migliorare in modo ecosostenibile la mobilità della zona e con il nuovo distretto sanitario, con una significativa riduzione delle liste di attesa e un potenziato livello di assistenza.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 6 maggio 2021 su Umbria24.it

Perugina da 20 anni nella Ue: «Amo questo ambiente internazionale ma mi manca l’Umbria»

Perugina da 20 anni nella Ue: «Amo questo ambiente internazionale ma mi manca l’Umbria»

Laura Corrado fa la funzionaria a Bruxelles: «Il Covid mi ha tenuto lontana da casa. Combattiamo la nostalgia organizzando la sagra della porchetta»

di Matilde Mencarelli

«Una volta all’anno organizziamo la sagra della porchetta». Così Laura Corrado, umbra a Bruxelles, ci racconta come trascorrono il tempo insieme i nostri corregionali quando la nostalgia di casa si fa sentire. Lei è una perugina Doc, laureata in Relazioni Internazionali all’Università degli Studi di Perugia, ha sentito da sempre il bisogno di vivere in un ambiente internazionale. È una delle prime generazioni del progetto Erasmus, il quale permette ai giovani europei di andare a studiare all’estero in uno degli atenei dei paesi dell’Unione. «L’Erasmus in Francia mi ha formata, mi ha permesso di vivere un’esperienza unica ed è proprio lì che ho dato l’esame di Diritto dell’Unione europea». Insomma, la passione per l’Unione europea già si faceva sentire tra i banchi universitari e, dopo la laurea, si trasformerà nella sua professione. Laura, infatti, lavora in Commissione da più di venti anni, ora è nella Direzione generale della Migrazione e degli affari interni ed è a capo dell’Unità dei percorsi legali e di integrazione.

Tra Belgio e Umbria «Il bello di vivere in questa città e di lavorare in una delle più grandi istituzioni dell’Ue è quello di essere immersa in un ambiente internazionale, in cui ogni giorno è gratificante e motivante perché è totalmente diverso da quello precedente». Un ambiente molto diverso dalla nostra tranquilla ed eterea Umbria. Ma come si organizzano gli italiani, e soprattutto i nostri corregionali quando vogliono abbattere le distanze e ritornare alle proprie origini? «Ci sono molti network e diverse piattaforme con cui possiamo condividere i nostri pensieri e tramite i quali possiamo organizzarci per cene ed eventi vari». Da bravi umbri non dimenticano le tradizioni regionali e, oltre alla sagra gastronomica annuale, organizzano serate karaoke e cene in cui stanno tutti insieme, per tenere sempre viva l’Umbria che è dentro di loro.

Il Covid e l’impossibilità di ritornare a casa Data la situazione Covid, però, lo spirito umbro dorme da più di un anno. «Ho nostalgia di casa, di rivedere la mia famiglia e anche Perugia». Lei, infatti, è una delle tante italiane (e italiani) all’estero che non riescono a tornare a casa dallo scoppio della pandemia. «La situazione Covid è difficile in tutta Europa, sia che lo Stato si chiami Italia o Belgio». Speriamo che l’attuale situazione vaccinale migliori in modo da augurare a tutti, specialmente a Laura, di poter riabbracciare la sua famiglia il più presto possibile e in totale sicurezza.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 7 maggio 2021 su Umbria21.it

Pnrr a Perugia, Giottoli: «Metodo di lavoro nuovo, nostri progetti creeranno sviluppo»

Pnrr a Perugia, Giottoli: «Metodo di lavoro nuovo, nostri progetti creeranno sviluppo»

L’intervista all’assessore del Comune sulla bozza progettuale del Recovery Plan per il Perugino e i Comuni del Trasimeno

di Anna Fornaciari

Nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19, l’Italia ha elaborato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il documento che indica le prossime riforme ed investimenti pubblici, per circa 300 miliardi di euro, destinati a generare la ripresa economica ed occupazionale in chiave sostenibile nel post pandemia. Anche gli enti locali umbri hanno avanzato le loro proposte attraverso la Regione Umbria, che coordinerà sul territorio le 6 linee guida del Pnrr: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Abbiamo intervistato l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Perugia Gabriele Giottoli, al fine di comprendere meglio gli obiettivi e le aspettative riposte nella proposta progettuale recentemente presentata dal capoluogo insieme ad alcuni comuni del Trasimeno.

Il 26 marzo scorso in conferenza stampa avete spiegato che uno degli obiettivi del documento Progetti e interventi strategici del Perugino, del Trasimeno e dell’Università degli studi di Perugia a valere sui fondi del Next-Generation EU-Recovery Plan fosse quello di poter aver un feedback da parte dei cittadini. C’è stato? Se si, quale è stato?
«Effettivamente c’è stato un buon riscontro e abbiamo accolto i vari suggerimenti, specie quelli relativi all’implementazione o a richieste di altri Enti o Comuni di estendere e modificare le nostre proposte».

Secondo lei quante possibilità ci sono che le proposte da voi avanzate vengano fatte proprie dalla Regione e in quale misura?
«La Regione sta valutando e predisponendo il Pnrr umbro in un’ottica di rilancio del territorio in chiave innovativa, di digitalizzazione, trasparenza e nuovi strumenti e modelli di ricerca, creando un modello che poi sarà valutato dal Governo centrale».

Pensa che il Next Generation EU possa compattare il territorio umbro e coinvolgere i comuni più piccoli così da accrescere il senso di comunità?
«Assolutamente sì. Il sindaco Andrea Romizi, facendo riferimento alla bozza progettuale, ha sottolineato che il metodo di lavoro utilizzato è un nuovo modo di collaborare in sinergia fra le varie realtà. Anche il Magnifico Rettore ha sottolineato l’importanza di tale momento di condivisione, definendolo memorabile, se non vado errato, e rimarcando nel proprio intervento lo stretto legame fra l’Università e il suo territorio».

Nella bozza progettuale – scheda °11 per il trasporto sostenibile – si fa riferimento alla creazione di un “Bus Rapid Transit” che vedrà il corridoio Tavernelle-Perugia come primo itinerario di tratta urbana. Secondo lei, che impatto avrà la creazione dell’Hub a Tavernelle? Sarà uno snodo fondamentale per collegare e potenziare la zona del Trasimeno Sud, avvicinando la zona all’alta velocità di Chiusi?
«Sicuramente sarà importante per creare interscambio e avere un unico sistema di trasporto Perugia-Trasimeno, in un’ottica di area metropolitana estesa. Tale linea andrà a creare un vero e proprio hub, uno snodo centrale, del trasporto pubblico per tutte le destinazioni del territorio regionale a sud del lago Trasimeno. Il bus terminal di Tavernelle fornirà molteplici servizi ai viaggiatori, così da garantire un facile e veloce interscambio sulla tratta del Bus Rapid Transit».

Oltre a permettere di avere un maggior accesso all’alta velocità, secondo lei l’Hub creerà un nuovo punto di accesso anche a tutto il territorio umbro? Quali sono le aspettative e che impatto avrà per la città e la provincia?
«L’auspicio è di creare un impatto positivo, in un’ottica di maggiore accessibilità, volta a rafforzare i collegamenti di prossimità e far uscire l’Umbria dal suo “isolamento”. Indubbiamente ci aspettiamo che i progetti vengano realizzati secondo i criteri di sostenibilità che ci siamo posti, al fine di generare un beneficio sì per la comunità, ma anche per l’ambiente e la transizione ecologica».

Insieme ai progetti per i Comuni del Trasimeno e il Comune di Perugia, alla Regione sono state sottoposte un totale di 45 proposte, che la Presidente Donatella Tesei ha dichiarato di voler “cantierare” entro il 2026, con impegno vincolante.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 7 maggio 2021 su Umbria24.it

 

Cuore umbro al centro dell’Europa, la dirigente della Regione a Bruxelles: «Costruisco ponti»

Cuore umbro al centro dell’Europa, la dirigente della Regione a Bruxelles: «Costruisco ponti»

di Marco Sollevanti

«Ci metto il cuore». A chi le chiede cosa le piace del suo lavoro, Gabriella Ceccarelli risponde senza pensarci due volte: «Potersi conoscere a vicenda, tra culture e paesi differenti, è una gran fortuna. Ecco perché amo quello che faccio». E spiega: «l’Ufficio di rappresentanza della Regione Umbria che dirigo è un ponte che collega l’Umbria e l’Unione europea. Sul ponte circolano, a doppio senso, informazioni politiche e finanziarie, progetti di promozione culturale e territoriale. Si tratta, in altre parole, di avvicinare sempre più gli interessi di queste due realtà, per ricavarne benefici preziosi e reciproci. Il tutto grazie a una vivace rete di relazioni personali con europarlamentari e funzionari regionali». Una rete che Gabriella cura ogni giorno, da quattro anni, con passione.

Umbra a Bruxelles Un’umbra a Bruxelles, Gabriella non lo nasconde. Sa di aver inflitto un dolore ai suoi cari quando è partita per questo incarico. La parte più difficile è proprio convivere con questo senso di reciproca mancanza. Eppure, Bruxelles è una città accogliente: «Qui siamo tutti diversi e nessuno è sbagliato». Per Gabriella, infatti, integrarsi è stato facilissimo. Anche perché ha potuto continuare a coltivare le sue vecchie passioni, dal canto allo studio. Ed eccola entrare subito nella corale Brussels International Singers. Frequentare un master in Affari europei all’Università Libera ULB. «Il mio lavoro mi fa sentire attaccata alla mia terra: mi sento più umbra di prima», spiega. Di fatto, l’apertura mentale che si respira a Bruxelles e la forte motivazione professionale l’hanno resa ancor più orgogliosa delle sue origini. E così, con il sorriso sulle labbra, racconta: «In riunione con i colleghi europei, io saluto prima in italiano, poi in inglese. È un segno di autenticità molto apprezzato perché qui c’è spazio per l’originalità».

Distanti ma simili C’è una cosa che ha sorpreso Gabriella quando è arrivata a Bruxelles. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in tantissimi conoscono e apprezzano l’Umbria. Ci vengono in vacanza, ci si sentono bene. «Chi ci conosce ci ama – esclama – poiché noi umbri siamo umili e riusciamo presto a fare amicizia». È proprio questa la somiglianza più evidente con i belgi: «Nemmeno loro si danno tante arie, anzi non si valorizzano abbastanza. Non hanno pregiudizi. Hanno un grandissimo senso dell’autoironia. Sono scanzonati e perciò risultano simpatici e accoglienti». C’è, comunque, una differenza sostanziale: diversamente dall’Umbria, la terra belga è da sempre multiculturale, basti pensare che Bruxelles è la seconda città più internazionale al mondo.

I tempi del Covid Ad accomunare umbri e belgi ci sono anche le restrizioni della pandemia. Anche la vita professionale di Gabriella è cambiata. Nel suo lavoro, infatti, il contatto umano e le relazioni dal vivo sono fondamentali. «Con i colleghi mi capitava spesso di iniziare un discorso o una trattativa in ufficio e terminare davanti a un caffè, in un locale del centro», ricorda con nostalgia. Ma Gabriella non ha perso la speranza: «Torneremo presto a essere più umani. Ci sarà ancora tempo per vederci, conoscerci, scambiarci sensazioni ed emozioni». D’altronde, il peggio è passato. Per lei, i mesi più duri sono stati i primi, quando si informava costantemente sulla situazione in Italia e sulle misure del governo: «Allo scoppio della pandemia ho sofferto – racconta – perché qui a Bruxelles le autorità non prendevano provvedimenti adeguati come in Italia. C’è stata leggerezza, un’iniziale sottovalutazione dei rischi. Mi sentivo davvero poco tutelata».

I giovani umbri e l’Europa Nonostante il Covid per i giovani umbri sono tante le opportunità di stage e di lavoro in Europa. A loro, la Responsabile dell’Ufficio di Rappresentanza consiglia prima di tutto di imparare le lingue. «Non in maniera meccanica – precisa – ma divertendosi. Perché quando si parla una lingua straniera ci si sente cittadini del mondo. Si sperimenta un’altra vita, si conosce una parte finora nascosta di sé». Del resto, ne è convinta, tutti possono diventare protagonisti e contribuire a migliorare l’Unione europea. E aggiunge: «L’Unione è una preziosa opportunità per dare il meglio di sé, facendo sentire la propria voce, rivendicando ognuno la propria unicità: io stessa mi considero cannarese, umbra, italiana ed europea». Grazie a questa consapevolezza, potranno essere ancora tante le idee in circolazione sul ponte tra Umbria ed Europa: un ponte che Gabriella, giorno dopo giorno, continua a costruire. Con impegno ed entusiasmo. Con la sua terra nel cuore.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 6 maggio 2021 su Umbria24.it

Portale OpenCoesione: nuovo focus su innovazione, ricerca e capitale umano

Portale OpenCoesione: nuovo focus su innovazione, ricerca e capitale umano

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Il portale OpenCoesione ha dedicato un nuovo focus ai progetti di innovazione, ricerca e qualificazione del capitale umano per la competitività. Lo spazio è inserito nella sezione open data – voce temi – ricerca (https://opencoesione.gov.it/it/temi/ricerca-e-innovazione/). Grazie a questi dati è possibile rendersi conto del peso dei progetti innovativi nelle strategie regionali di smart specialisation.

Per l’Umbria sono censiti oltre 1.300 progetti (programmazione 2007-2013 e 2014-2020) per un ammontare di oltre 160 milioni di euro. Tra i progetti non finanziari, uno Studio e sviluppo di in innovativo sistema solare a Gubbio e uno progetto di Smart Factory e innovazione di prodotto per i veicoli di nuova generazione ad alte prestazioni e a bassa emissione di co2 realizzato ad Assisi.

Info al link https://opencoesione.gov.it/it/news/un-nuovo-focus-dedicato-allinnovazione-ricerca-e-capitale-umano-sul-portale-opencoesione/

Progetto “ASOC Experience – il monitoraggio continua!”: due istituti partecipano per l’Umbria

Progetto “ASOC Experience – il monitoraggio continua!”: due istituti partecipano per l’Umbria

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Il 7 Aprile scadrà la fase finale del Progetto “ASOC Experience – il monitoraggio continua!”, iniziativa lanciata da OpenCoesione e pensata per coinvolgere le scuole italiane in un percorso di monitoraggio civico su come sono utilizzati i finanziamenti pubblici europei e nazionali della politica di coesione. Questo anno scolastico (2020-2021) per l’Umbria partecipano l’Istituto Tecnico Commerciale di Magione e l’Istituto perugino I.T.E.T. “ALDO CAPITINI”, che ha scelto di monitorare il progetto culturale di adeguamento e manutenzione di San Matteo degli Armeni e la Via di San Francesco.

Per approfondire http://www.ascuoladiopencoesione.it/it/asoc-experience-contest

EURegionsWeek 2021, Together for recovery: a breve aperte le iscrizioni al pubblico per la partecipazione

EURegionsWeek 2021, Together for recovery: a breve aperte le iscrizioni al pubblico per la partecipazione

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Venerdì 26 Marzo è scaduto il termine a disposizione di enti regionali e locali e delle associazioni per iscriversi al 19° EURegionsWeek, che si terrà dal 11 al 14 ottobre 2021 online sul tema “Together for recovery“. Gli Enti che hanno aderito animeranno la discussione su quattro temi, ossia: Transizione verde: per una ripresa sostenibile e verde; Coesione, dall’emergenza alla resilienza; Transizione digitale per le persone; Coinvolgimento civico, per un ripresa inclusiva, partecipativa ed equa.

Prossimamente saranno aperte le iscrizioni al pubblico per la partecipazione.

Info al link https://ec.europa.eu/newsroom/regio/item-detail

Dall’Europa all’Umbria 400 milioni per terremoto e pandemia: «Ecco come ne abbiamo beneficiato»

Dall’Europa all’Umbria 400 milioni per terremoto e pandemia: «Ecco come ne abbiamo beneficiato»

di Anna Fornaciari

Il programma Por Fesr 2014-2020 giunto alla conclusione. Il responsabile regionale Claudio Tiriduzzi: «Obiettivi del prossimo programma innovazione e sviluppo verde»

Il Programma Operativo Regionale 2014-2020 del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale ha da poco terminato i sette anni di programmazione, durante i quali ha dovuto far fronte ai danni arrecati dal terremoto del 2016 e dalla pandemia da Covid-19. Quanto menzionato ha comportato una riprogrammazione finanziaria che da 356.293.204 euro assegnati inizialmente alla Regione Umbria è passata ad un totale di 412.293.204 euro ed una rimodulazione degli obiettivi da inserire nel prossimo POR 2021-2027 per il rilancio economico regionale post-pandemico. Ne abbiamo parlato con responsabile regionale Claudio Tiriduzzi.

Cosa sono i POR FESR? Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale corrisponde a risorse economiche che l’Unione Europea destina ai 27 Stati Membri per finanziare politiche di sviluppo nei settori extra-agricoli. Tali fondi vengono gestiti, guardando all’esperienza italiana, o a livello nazionale con Programmi Operativi Nazionali (PON), o a livello regionale con i Programmi Operativi Regionali (POR). I fondi FESR sono integrati con un cofinanziamento nazionale e regionale. «Per quel che riguarda la Regione Umbria, questa mette a disposizione il 15% del totale dei fondi – chiarisce Tiriduzzi –. In Umbria, come in molte altre regioni italiane ed europee, in questo momento stiamo gestendo il Fondo 2014-2020 che terminerà nel 2023 dal punto di vista della spesa, poiché quest’ultima per essere rendicontabile alla Commissione, dunque ammissibile, deve essere sostenuta entro il 31.12 del 2023. Inoltre, stiamo preparando il nuovo Programma Operativo Regionale umbro per il periodo 2021-2027 che dovrebbe prendere il via entro la fine dell’anno».

Il POR umbro nello specifico «Il Programma Operativo Regionale umbro 2014-2020 – prosegue il responsabile regionale – ha avuto come fine una serie di azioni incisive e d’impatto per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Tali obiettivi sono stati perseguiti attraverso l’individuazione di otto assi prioritari verso i quali sono stati indirizzati i fondi: ricerca e innovazione, crescita digitale, competitività delle piccole e medie imprese, energia sostenibile, ambiente e cultura, sviluppo urbano sostenibile, assistenza tecnica, e prevenzione sismica. Proprio quest’ultimo asse è divenuto di fondamentale importanza successivamente al sisma del 2016, a seguito del quale i fondi POR FESR sono stati aumentati di 56 milioni di euro. Per quanto riguarda invece il livello di attuazione del Programma Operativo Regionale 2014-2020 siamo arrivati nel Dicembre 2020 al 47% di fondi impegnati con progetti in essere e al 36% di progetti finiti e rendicontati – spiega Tiriduzzi -. Siamo in media con le altre regioni italiane sebbene ci sia un leggero ritardo, che però non preoccupa particolarmente poiché abbiamo tempo fino al 2023. È da tenere presente che il periodo iniziale risente della lentezza procedurale e burocratica per la selezione dei progetti, poi alla fine c’è uno “scatto”, grazie al quale l’Umbria è sempre rientrata nei tempi senza mai perdere fondi europei».

Pandemia nel POR 2021-2027? Relativamente all’emergenza pandemica, Tiriduzzi chiarisce come «nel corso del 2020 abbiamo eseguito una riprogrammazione del POR FESR a favore di interventi di ripresa post-pandemica, destinando 46 milioni di euro a misure di recupero. Questa manovra è però stata fatta in estate, quando sembrava che la seconda ondata fosse ancora lontana, ragion per cui vi sarà sicuramente una nuova programmazione. In dettaglio, i 46 milioni prima citati sono stati assegnati a provvedimenti per il sostegno del capitale circolante delle imprese (25 milioni) e ad interventi per il settore del turismo. L’idea iniziale era che il POR FESR 2014-2020 avrebbe dovuto contrastare gli effetti immediati della pandemia da Covid-19, mentre il 2021-2027 avrebbe dovuto dare rilancio all’economia umbra. In realtà, non essendo ancora fuori pericolo, molto probabilmente alcuni degli interventi del nuovo POR FESR saranno sempre indirizzati al contrasto degli effetti immediati della pandemia. In ogni caso, seguendo le indicazioni europee, il 70% delle risorse del nuovo POR saranno destinate a due obiettivi principali. Il primo, a cui riserveremo il 40% della dotazione, è quello di ricerca e innovazione per aumentare il livello innovativo delle imprese umbre. Il secondo obiettivo è uno sviluppo economico verde e sostenibile, a cui sarà destinato il 30% delle risorse. Senza dubbio, una somma ingente di fondi sarà infine rivolta alla salvaguardia della lotta contro la pandemia».

POR FESR, università ed istituti di ricerca. «Nell’ambito del primo obiettivo di ricerca ed innovazione, il ruolo delle università è e sarà fondamentale – afferma Tiriduzzi – Soprattutto nella creazione di partenariati pubblico-privati per stimolare l’attività di ricerca nelle imprese e l’innovazione tecnologica. Specificatamente, in accordo con le imprese umbre, tutti i centri di ricerca potranno beneficiare di finanziamenti per la ricerca industriale o applicata, che abbia effetti diretti sul sistema imprenditoriale e che ne incrementi il know-how», conclude Tiriduzzi.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea pubblicato in data 15 marzo 2021 su Umbria24.it